UNO SCRICCIOLO DI NOME NONIMPORTA

 

                                              AIUTARE I BAMBINI A ESPRIMERE LE EMOZIONI 

Il libro è accompagnato dalla guida  “Aiutare i bambini a esprimere le emozioni; attività psicoeducative con il supporto di una favola – Erickson”,   che aiuta a stare accanto al bambino con un punto di vista più consapevole ed offrirgli una risposta più ricca ed empatica. La guida è inoltre un valido supporto che permette di approfondire il tema prima di raccontare la favola al bambino e impedisce di assumere una posizione preconcetta o chiusa di fronte a ciò che lo tormenta.

                                                                         DI COSA PARLA LA FAVOLA

Lo scricciolo Nonimporta tiene sempre duro, rimane impassibile. Se gli capita qualcosa di brutto, mostra sempre di avere coraggio e dice: “Non importa”. Incontra una serie di ostacoli, disagi e maltrattamenti, ma non dà mai peso alle sue emozioni, indossa la maschera del coraggio e va avanti. Il problema è che, dopo un po’, è talmente pieno di sentimenti repressi che rimane bloccato in una siepe. E, come se non bastasse, alcuni di questi sentimenti che lo riempiono cominciano a traboccare fuori di lui e a fare male alle persone che lo circondano. Per fortuna, arriva da quelle parti uno spiritello che aiuta Nonimporta a capire che i suoi sentimenti importano eccome, che non dovrebbero essere ignorati o repressi in fondo a se stessi. Nonimporta impara così a esprimere le sue emozioni, a parlarne con gli altri, invece che ad affrontarle tutto da solo. Impara anche a far valere i suoi diritti e a dire: “Mi importa!”.

                           I PRINCIPALI MESSAGGI PSICOLOGICI DI QUESTA STORIA

 

Reprimere i sentimenti che fanno male non significa farli sparire. Così facendo, infatti, diventano di solito più forti e più grandi, a causa di tutta la pressione che serve a tenerli nascosti.

Le emozioni represse ricompaiono sotto forma di sintomi nevrotici, malattie fisiche o comportamenti compulsivi, causando sofferenza a se stessi e spesso anche agli altri. È un po’ come il principio della fisica che afferma che l’energia non può essere mai distrutta, soltanto trasformata.

Le emozioni represse possono cancellare tutti i piaceri e le gioie della vita. Quando il mondo delle emozioni non viene condiviso, ci si può sentire molto soli e spaventati, perché i sentimenti dolorosi non condivisi tendono a crescere.

Quando si raccontano a qualcuno le proprie emozioni, poi sembrano meno gigantesche, meno spaventose e dolorose, e si riescono ad affrontare meglio.

Quando si hanno dei sentimenti repressi, si può chiedere aiuto a qualcuno che possa comprenderci. Non si deve sempre tenere duro, da soli.

Non prestare attenzione alle emozioni più difficili o cercare di distrarsi per non sentirle, non le fa andare via. Perché portarsi dietro il bagaglio del proprio passato, quando, con un po’ di aiuto, possiamo liberarcene e vivere pienamente il presente?

 

Uno scricciolo di nome Nonimporta, di Margot Sunderland, illustrazioni di Nicky Armstrong, 2005 Edizioni Erickson.