ICEBERG – Prima dell’irreparabile. I relatori e lo spettacolo del primo weekend

Prevenire la violenza e combatterne le cause culturali è fondamentale. Le strategie politiche mirate all’educazione e alla sensibilizzazione, insieme al riconoscimento delle pari opportunità, sono essenziali.

Obiettivo principale di Iceberg 2024 – Risvegliare la consapevolezza, abbattere gli stereotipi di genere, ripensare il maschile, prevenire l’abuso, è eliminare le discriminazioni di genere e gli stereotipi sessisti, che alimentano la violenza maschile contro le donne.

Dobbiamo dar maggiore attenzione alle nuove generazioni, investendo nella formazione scolastica e nelle associazioni sportive. Allo stesso tempo, è cruciale aumentare la consapevolezza pubblica sulle radici strutturali, le cause e le conseguenze della violenza maschile, utilizzando un linguaggio e una comunicazione che toccano l’emotività delle persone.

Ci aiuteranno in questo compito di riflessione e sensibilizzazione riguardo a questo problema ultimamente così stringente, formatori, attiviste, sociologhe ed educatori che operano concretamente sul territorio nazionale e che possono condividere con noi competenze e metodi per poter arginare il fenomeno.

Da venerdì 17 a sabato 18 febbraio saranno con noi

Stefano Ciccone, fondatore di Maschile Plurale, rete di gruppi di riflessione critica sul maschile e di iniziativa di uomini contro la violenza e gli stereotipi di genere. È componente del tavolo tecnico per la redazione del Piano Strategico Nazionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunità. Ha svolto e svolge attività di formazione nel campo della progettazione comunitaria, del diversity management, Gender Equality, gestione dei processi di valorizzazione della ricerca, promozione di imprese innovative e ha pubblicato diversi articoli scientifici sui temi della valorizzazione dei risultati della ricerca e delle tematiche di genere.

Antonella Ciccarelli sociologa, psicologa e criminologa, da oltre 25 anni impegnata nel contrasto alla violenza di genere e del disagio adulto. Ha maturato esperienze nell’ambito delle case rifugio e centri antiviolenza e da 9 anni coordina un progetto dedicato agli autori di violenza. Oltre che come libera professionista, opera sia a Macerata che ad Ancona con la Cooperativa Polo 9 di cui è socia dipendente da ormai 29 anni. La cooperativa opera in vari settori; si impegna per l’integrazione, l’inclusione, con le vittime di violenza, i minori, gli anziani, anche attraverso interventi che contrastano la povertà e le tossicodipendenze.

Mariassunta Abbagnara presidente Comitato UISP Pesaro e Urbino Aps. Lavora nel terzo settore. Entra in UISP come progettista e si forma nell’area Politiche di genere. Frequenta il corso ‘Esperto in tutela delle differenze e dei contrasti alle discriminazioni’, presso l’Università degli Studi di Camerino, Scuola di Giurisprudenza e comincia a fare formazione in UISP come relatrice. Attivista in Amnesty International per anni e volontaria da sempre.

Massimo Panfili, educatore socio-pedagogico. Ha maturato un’esperienza ormai ventennale nel campo del disagio adulto e non solo. Nell’ambito del contrasto al fenomeno della violenza di genere, ha seguito per dieci anni i minori ospiti della casa rifugio e da otto anni è operatore del Punto VOCE (oggi CUAV Marche), centro per uomini autori di violenza.

Concluderà il ciclo di incontri lo spettacolo teatrale Artemisia: la luce nel buio.

Affresco Teatrale su Artemisia Gentileschi
Testo e narrazione di Luca Malinverni con interventi cantati di Lucia Lazzaretti
Produzione e distribuzione: Artimbau Produzioni e Associazione Culturale Fuori Trama

«Il teatro, come una tela dipinta si mette a disposizione della storia. La storia a sua volta si mette a disposizione dello spettatore. È un teatro fatto di parole e di storie perché noi siamo fatti delle storie che raccontano quello che siamo». (Luca Malinverni, autore)

Nel buio della sala la luce di una proiezione ci mostra Giuditta che decapita Oloferne.

Inizia così il racconto della vicenda umana e artistica di Artemisia Gentileschi nella Roma del primo Seicento, la Roma che decapita Beatrice Cenci, la Roma del Barocco con i suoi artisti perennemente in bilico tra arte e criminalità. La storia di una donna cresciuta in quella Roma e in quel mondo con la passione ed il talento per l’arte e la difficoltà di affermarsi come artista per la sola colpa di esser donna.