UN CAPPELLO PER PENSARE – N°5

CAPPELLO N° 5
UN POST NON È SOLO UN POST

di Marco Ghergo

Nell’era contemporanea, la fruizione di informazioni avviene in maniera eccezionalmente rapida. Siamo abituati a tempi di attenzione di pochi secondi e quando “scrolliamo” le pagine web, molto spesso le informazioni sono ridotte a un semplice post di poche righe. Ma siamo davvero sicuri che quel post o quel tweet così breve possa offrire informazioni serie e affidabili?

Ci sono argomenti di natura sociologica, politica o scientifica che non possono essere analizzati nello spazio di poche righe, proprio per la loro natura estremamente complessa.
Quello che purtroppo avviene spesso è la lettura rapida e superficiale del post e la sua immediata condivisione.

Poco male se si tratta di un’informazione veritiera, ma se siamo di fronte a una delle tante fake news che girano per il web, non faremo altro che disseminare informazioni false in tempo brevissimo, trasmettendo dati fallaci che passeranno di mano in maniera estremamente rapida.

Il problema poi è che nel momento in cui un post falso viene diffuso, sarà molto difficile rettificare: spesso diviene una battaglia impari e quando cercheremo di smentire l’informazione, la “bufala” avrà fatto già il suo lungo viaggio, radicandosi nell’immaginario collettivo (ci sono esempi illustri di “bufale” estremamente longeve e molto difficili da eliminare).

Cosa fare allora? Cercare di documentarsi andando ad approfondire. Ricordate sempre che un argomento descritto in un post di poche righe va per forza di cose esaminato in altre sedi, pena una visione parziale e forse anche fallace.
Se dunque non siete davvero sicuri e sicure di un’informazione decantata come uno slogan (spesso sensazionalistico) evitate di diffonderla anche perché, se e quando la notizia sarà stata confutata, vi sarete risparmiati la figuraccia di aver fatto la parte degli sprovveduti…

Un semplice post, pertanto, non solo “descrive” la realtà ma molto spesso la “crea”: state sempre in campana. Nell’era contemporanea, la fruizione di informazioni avviene in maniera eccezionalmente rapida. Siamo abituati a tempi di attenzione di pochi secondi e quando “scrolliamo” le pagine web, molto spesso le informazioni sono ridotte a un semplice post di poche righe. Ma siamo davvero sicuri che quel post o quel tweet così breve possa offrire informazioni serie e affidabili?
Ci sono argomenti di natura sociologica, politica o scientifica che non possono essere analizzati nello spazio di poche righe, proprio per la loro natura estremamente complessa.

Quello che purtroppo avviene spesso è la lettura rapida e superficiale del post e la sua immediata condivisione.
Poco male se si tratta di un’informazione veritiera, ma se siamo di fronte a una delle tante fake news che girano per il web, non faremo altro che disseminare informazioni false in tempo brevissimo, trasmettendo dati fallaci che passeranno di mano in maniera estremamente rapida.Il problema poi è che nel momento in cui un post falso viene diffuso, sarà molto difficile rettificare: spesso diviene una battaglia impari e quando cercheremo di smentire l’informazione, la “bufala” avrà fatto già il suo lungo viaggio, radicandosi nell’immaginario collettivo (ci sono esempi illustri di “bufale” estremamente longeve e molto difficili da eliminare).

Cosa fare allora? Cercare di documentarsi andando ad approfondire. Ricordate sempre che un argomento descritto in un post di poche righe va per forza di cose esaminato in altre sedi, pena una visione parziale e forse anche fallace.
Se dunque non siete davvero sicuri e sicure di un’informazione decantata come uno slogan (spesso sensazionalistico) evitate di diffonderla anche perché, se e quando la notizia sarà stata confutata, vi sarete risparmiati la figuraccia di aver fatto la parte degli sprovveduti…
Un semplice post, pertanto, non solo “descrive” la realtà ma molto spesso la “crea”: state sempre in campana.