UN CAPPELLO PER PENSARE – N° 6

CAPPELLO N° 6

ANDARE A FONDO

di Marco Ghergo

Non possiamo permetterci di avere una visione parziale delle cose, soprattutto perché viviamo un’epoca in cui le informazioni sono reperibili ovunque e senza troppi problemi.

Nei secoli addietro, la conoscenza non era immediatamente accessibile: solo pochi potevano acquisire nuove informazioni e farne tesoro. Già alcuni decenni fa, non era possibile avere troppe informazioni a portata di mano. Oggi, al contrario, basterebbe fare tap sullo schermo del telefono per avere almeno una prima idea di base (seppur non del tutto corretta) su qualsiasi argomento. Non è quindi esagerato dire che oggi abbiamo quasi il dovere morale di informarci: nell’era di internet non ci sono scuse. Occorre però informarsi “bene”, perché è fondamentale per esercitare adeguatamente il pensiero critico. Per poter “scegliere” è necessario prima leggere, conoscere, esplorare, approfondire. La conoscenza parziale o, peggio, superficiale sugli argomenti, non getterà mai abbastanza luce sulle questioni.

Purtroppo, il rovescio della medaglia del mondo di internet è che il web ci ha abituato a una modalità di fruizione delle informazioni molto rapida e in stile “mordi e fuggi”. Molte persone si “informano” soltanto dopo una rapida lettura di un meme o di uno slogan (magari tendenzioso), acquisendolo come un dato incontrovertibile.

Non è un caso, tra l’altro, che le testate giornalistiche si avvalgano sempre di più della figura del “titolista”, ovvero di una persona specializzata nella creazione dei soli titoli. Come deve esser il titolo ideale? Rapido, sintetico e capace di capitalizzare l’attenzione nei pochi secondi che in media le persone spendono scrollando la pagina. Paradossalmente, dunque, il titolo acquista più peso dell’articolo stesso perché l’articolo richiede tempo; il titolo, al contrario, viene acquisito in un lampo. Peccato che essere informati non sia solo leggere titoli e sottotitoli. Essere informati richiedere qualche istante in più.

Ecco perché diventa necessario, oggi più di ieri, prendersi un po’ di tempo per approfondire e, anche se andiamo sempre di fretta, tornare ogni tanto, perché no, al sano vecchio fascino dei libri.