IL DOLORE PURO

IL PANE PERDUTO

di Edith Bruck

“In epigrafe al nuovo libro di Edith Bruck, Il pane perduto, incontriamo alcuni versi di una poesia di Nelo Risi (1920-2015), suo marito; la poesia si intitola La neve nell’armadio e i versi sono questi: «La storia/ quella vera/ che nessuno studia/ che oggi ai più dà soltanto fastidio/ (che addusse lutti infiniti)/d’un sol colpo ti privò dell’infanzia».

Ci sono dei momenti, scrive Virgilio, in cui persino la Storia prova dolore e piange («Sunt lacrimae rerum»). Lei ad Auschwitz ha assistito alla Storia che piange, si è confrontata con essa.
 
La nostra Storia è seminata di sangue, di martiri. Ogni giorno io mi confronto con la Storia che piange. Ogni giorno vivo la Storia e vivo quello che accade nel mondo. Nel mondo intero, voglio dire, non solo quello nel quale vivo. Tutto quello che accade nel mondo mi riguarda. Come dovrebbe riguardare tutti, non esiste più lontananza… Non possiamo più dire che non sappiamo, solo che non vogliamo sapere. Non vogliamo confrontarci con i nostri misfatti, e invece dovremmo assumerci le nostre responsabilità nei confronti del mondo e della Storia
Nel Pane perduto ripete spesso un’espressione che mi ha colpito molto: «un dolore puro, universale». Che cosa intende lei per «dolore puro, universale»?
 
Nel libro racconto di un bambino, sul vagone che ci stava portando ad Auschwitz, che era in braccio alla madre e piangeva disperatamente. Quando un bambino piange disperatamente ha dentro di sé, in qualche maniera, nel suono, il dolore universale, la disperazione del mondo. E questo suo dolore è sicuramente puro perché innocente, perché profondo. Quel dolore che ha dentro tutti i dolori del mondo. Come se in quel momento stesse piangendo per il mondo.”
Intervista di Marco Marino a Edith Bruck pubblicata su Atlante Treccani il 04 aprile 2021
– Edith Bruck, Il pane perduto, La Nave di Teseo, Milano 2021, pp. 128

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